EUROPA DI CONFINE, Verso il Monte Athos (parte 1)

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Succede, a volte, che una piccola escursione turistica si trasformi, nel corso degli eventi, in un vero e proprio viaggio. Spesso è sufficiente soltanto un pizzico di follia: quel poco che basta per farsi guidare dal caso, oppure l’accesso di pazzia di chi corre a tutta velocità contro una porta chiusa.
Sapendo perfettamente che è chiusa.
Per fare un esempio, è scritto in tutte le guide turistiche e ogni tanto ne parlano anche i giornali: il monte Athos, all’estremo confine orientale della Calcidica, è una repubblica monastica che gode di completa autonomia amministrativa, sancita a più riprese dalla Costituzione greca; secondo le leggi locali, non si può entrare senza visto, che è da chiedere con largo anticipo sull’arrivo. Inoltre, non possono accedervi per alcun motivo persone e animali di sesso femminile – gatti, e gatte, esclusi, per una disposizione eccezionale legata alle tradizioni del luogo. Il divieto è stato recentemente ribadito dal parlamento locale, formato dai monaci ortodossi che vivono sulla penisola.
Nessuno di noi, quindi, può entrare, per un motivo o per un altro, ma prendiamo comunque la nostra auto a nolo e andiamo in quella direzione.
Certamente, per le “persone di sesso femminile” c’è sempre la possibilità del travestimento, come riuscirono a fare almeno due donne tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso: la psicanalista francese Maryse Choisy (in seguito autrice del libro Un mois chez les hommes, “Un mese tra gli uomini”, 1929) e Miss Europa 1930, Aliki Diplarakou, di origini greche…
Ed è anche possibile intrufolarsi clandestinamente nel territorio e poi mostrarsi ai controlli di frontiera dopo 13 giorni circa, senza temere alcuna denuncia… Infatti, come ha ricordato il matematico Piergiorgio Odifreddi in questo bel reportage da ateo in terra consacrata, i monaci del monte Athos non hanno mai adottato il calendario gregoriano (definitivamente accettato dai patriarchi ortodossi nel 1923) ed essendo rimasti al calendario giuliano, sono in “ritardo” di 13 giorni sul calendario comunemente adottato nel mondo. Ci sono dunque due settimane di tempo per una fuga ai limiti della legalità dentro il Monte Athos…
A parte gli scherzi, ecco che ci avviciniamo progressivamente al Monte Athos, che si profila in lontananza come un’oasi di pace e ascesi fuori dal bailamme vacanziero, con la speranza di trovare un posto che non sia già “bruciato” come il mare greco – mare del mito e, oggi, della speculazione finanziaria.
Non entreremo, ma sbirceremo tra le grate per cercare di capire come sia possibile questa folle tranquillità, o questa tranquilla follia, ai confini dell’Europa, e perché sia concesso ai gatti di sesso femminile di goderne impunemente.

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