EUROPA DI CONFINE, Forlì porta d’Oriente

hell-as

In Forlì I dreamed
that they made my bed
of all the things that Europe did
blood & the dead…

William Wall, “In Forlì I dreamed” 

Luglio 2010. Siamo in quattro e partiamo per una vacanza. O meglio, partiamo per quella che dovrebbe essere una vacanza, ma poi – non si sa mai come, né quando, né perché – capitano le cose.

Capita, ad esempio, che anche la più prevedibile delle gite estive conceda esperienze degne del miglior viaggio, mentre, per dire, può anche succedere che un viaggio in motocicletta in Sudamerica o un viaggio in Vespa dall’Italia alla Cina non riservi grandi sorprese. Le variabili sono quelle di sempre. Sono legate al bagaglio, alla compagnia, alla disponibilità a incontrare veramente ciò che capita sul cammino. Viaggiare è una questione di variabili, e anche di sguardi, dopotutto…

Noi, intanto, si parte da una scelta un po’ banale. Si va in Grecia, in Calcidica, al sole, al mare, ma si prende prima di tutto una linea aerea low cost che da Forlì porta a Sofia, capitale della Bulgaria. A Sofia, poi, si prende una macchina a noleggio. Anche questa, facendo un po’ di conti sul cambio tra euro e lev – perché si viaggia ancora con la calcolatrice, dentro un’Europa che non sa ancora di essere Eurozona – ci dovrebbe costare poco o nulla, in quattro. Da lì, dopo qualche giorno a Sofia e dintorni, si scende verso Salonicco, sole e mare.

Un po’ banale, come scelta, ma sicuramente obbligata. L’esplosione delle linee aeree low cost ha determinato tutta una serie di itinerari che prima, nell’era geologica precedente, erano del tutto imprevisti. C’è gente che è partita per visitare luoghi dove mai e poi mai avrebbe pensato di andare, grazie alla lungimiranza “culturale” di queste nuove compagnie… C’è gente che per questo motivo ha visitato, pasteggiato e pernottato nei più folli deserti europei… Perché ci sono parecchi deserti, in Europa, dove spesso vengono costruiti piccoli hub appositamente ideati per queste linee… C’è gente che periodicamente si ritrova in mezzo al nulla, insomma, pur essendo, o pensando di essere, nel centro pulsante di qualcosa…

A proposito di centro, la nostra partenza da Forlì è, in ultima analisi, la partenza da uno dei confini estremi di questo centro paradossale che è l’Europa occidentale. Nel 2010, Forlì è la porta d’Oriente, nella sua versione magra, poco esotica e spesso spernacchiata, di “Europa dell’Est”, perché da qui partono decine di voli low cost verso le nazioni che si trovano geograficamente a est dell’Italia. Se a Forlì c’è il confine, aldilà, in piena Romagna, si ritorna forse in Italia, ma si va anche indietro nel tempo, verso Rimini e gli anni Ottanta; e poi ci si ributta nel mare di confine dell’Adriatico… I confini non sono mai unici, netti, decisivi.

All’imbarco, siamo intruppati in mezzo a gruppi di affaristi, badanti di ritorno in patria, studenti e studentesse dell’università di ritorno dopo un periodo di scambio… Siamo stretti tra stereotipi, ma non è che finisce tutto per cadere nella trappola del luogo comune.

La maggior parte dei viaggiatori, infatti, porta con sé valigie pesanti, con pezzi di vita dentro… E la vita che viaggia al seguito del passeggero costa un occhio della testa al check in. Noi abbiamo delle borse da mare in tela, viaggiamo verso sole e spiagge greche, e tutti i fardelli extra (anche i libri, per dire) sono accuratamente calcolati.

Del resto, siamo perfettamente addestrati a volare low cost, a viaggiare low cost e a leggere poco – in vacanza, almeno.

Eppure, di là dal confine, ci capiterà di leggere molto. I caratteri dell’alfabeto cirillico e di quello neoellenico sono mica semplici, per i neofiti.

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