EUROPA DI CONFINE, Hanno bruciato il mare
Una volta passato il confine tra Bulgaria e Grecia, con qualche dubbio e qualche sussulto, ma sostanzialmente incolumi, arriviamo in Calcidica, oltre Salonicco, in un piccolo paese lungo la costa. Non abbiamo neanche il tempo di parcheggiare, scendere e fumare una sigaretta; non ci preoccupiamo molto dei bagagli, perché, anche se qualcuno di noi viene da una località costiera e a queste cose dovrebbe essere abituato, abbiamo il passo dei turisti: sorpassiamo a grande velocità i bungalow e andiamo direttamente a bagnarci i piedi sulla battigia, in mare.
Aldilà dell’essere o meno turisti, questo dev’essere un rito ancestrale, mi dico, e quale luogo può essere più adatto per queste considerazioni del mare greco, che è libero, in apparenza, dalle mucillagini postmoderne di Rimini e, in fondo, è anche luogo di nascita del mito?
In realtà – mi correggono – qui il mito arriva solo quando lo permettono le correnti, perché, per fare un esempio, Afrodite è nata dalle acque di Cipro, mentre Poseidone, secondo la versione di Diodoro Siculo, fu allevato dai Telchini, magici abitanti dell’isola di Rodi.
Mi chiedo se queste precisazioni siano realmente necessarie: se qui non sono nate le divinità greche più conosciute, furono, in fondo, gli Eubei della Calcide ad arrivare a Cuma, tra Bacoli e Pozzuoli. Lì nacque la leggenda della Sibilla Cumana, l’oracolo che Enea si trovò interrogare per sapere quale terra gli fosse stata destinata dagli dei. In greco, Cuma significa “onda”, tra l’altro… E mi chiedo se queste precisazioni siano realmente necessarie anche perché capita spesso che mito e storia finiscano col perdersi nel labirinto del tempo, come mi sembrava di avere intuito a Sofia…
Ha senso, allora, arrivati in questa Europa di confine, interrogarsi sulle radici greco-romane della cultura europea? Hanno ancora presa queste radici, o è solo un balbettio sterile, in risposta al fantasma dell’uscita della Grecia dalla zona Euro? Quest’ultima non è forse solo una risposta scontata, preconfezionata, priva di passione, un po’ come invocare le radici della democrazia – senza peraltro conoscerne le ambivalenze storiche – quando questa non è più disponibile, neppure nelle forme del XX secolo?
«Chi ha il potere non è disposto a fare distinzioni poetiche», cantava Lucio Dalla, con le parole del poeta Roberto Roversi. «Così stanno bruciando il mare»; anzi, l’hanno già bruciato, cercando di venderlo ai privati tramite l’attivissimo fondo per le privatizzazioni TAIPED.
Fino a oggi, infatti, TAIPED è stato largamente sfruttato dai governi che si sono succeduti in Grecia, o da chi per loro, allo scopo di svendere gli asset economici nazionali, da un lato, e le isole greche del mito, dall’altro. Oggi Syriza ha messo timidamente in discussione TAIPED, ma forse il mare è già bruciato, è già stato venduto. Per le vie di questo paesello costiero della Calcidica, ad esempio, abbondano Afroditi di plastica: forse, quando si arriva, è sempre il caso di correre verso la spiaggia e buttare i piedi a mare…
Sarà anche un illusionismo romantico, ma potrebbe nascerne una Venere diversa.