CASABLANCA, I tornei del Ramadan

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Le ore del tardo pomeriggio sono le più dure da sopportare a digiuno, quando la fame, la sete, la debolezza si fanno sentire anche se, nei limiti concessi dai propri impegni lavorativi, ciascuno cerca di accorciare la giornata attardandosi a dormire alla mattina. Eppure è proprio dopo la preghiera dell’asr (il pomeriggio), che segna il momento in cui il sole, inclinato a 45 gradi, smette di picchiare duro, che lo sport lancia la sua sfida al digiuno.

Un po’ per ingannare il tempo e non pensare alla fame, un po’ perché rimanere in casa, dove le donne affaccendate ai fornelli diffondono promettenti fragranze, sarebbe un eccessivo castigo, o più probabilmente per allenare la propria resistenza e la propria forza fisica e spirituale, i più giovani si lanciano in appassionate sfide calcistiche. Le spiagge, le piazze e i cortili, perfino le sedi stradali in mancanza di meglio, si trasformano in terreni di gioco per ospitare i Tornei del Ramadan.

Ragazzini e giovanotti, tutti rigorosamente a digiuno di cibo e acqua, si riuniscono in squadre per sfidarsi a mini-foot, beach football o calcetto, a seconda dello spazio a disposizione. Lo spirito di emulazione è una potente spinta in più per i più giovani a rispettare rigorosamente il digiuno, dimostrando di non essere da meno dei fratelli maggiori per resistenza e forza di volontà.

Così, sudata anche l’ultima goccia, rincasano stanchi ma orgogliosi, giusto in tempo per una doccia veloce prima di sedersi a tavola per la meritata ricompensa. Perché mai come nei tornei del Ramadan è vero che l’importante non è vincere, ma giocare!

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