CANTIERI METICCI 7, Il cecchino
Diari da uno spettacolo 2015
al laboratorio teatrale di Cantieri Meticci.
Contributi di Michele Benincasa e Lucia Bonini.
Disegni: Michele Benincasa
Nel Talmud, uno dei testi sacri dell’ebraismo, una parabola racconta di un dialogo tra Re Salomone e l’Angelo della Morte, incaricato di prendere due preziosi scribi etiopi. Il Re vuole salvare i due uomini a tutti i costi, perciò li fa scappare fino alla città di Luz, ma appena giunti qui i due muoiono. Il giorno seguente, all’Angelo della Morte che sorride soddisfatto, Salomone chiede: «Perché sei così felice?». «Hai mandato i due etiopi proprio nel posto in cui li aspettavo!» risponde la Morte.
La parabola della morte preannunciata, inevitabile, ha influenzato in seguito più di un autore, ad esempio Jean Cocteau, che nel suo romanzo Le grand écart racconta di un giovane giardiniere persiano il quale, dopo aver incontrato la Morte, chiede aiuto al suo principe: «Salvami! Ho incontrato la Morte stamattina. Mi ha fatto un gesto di minaccia. Stanotte, per miracolo, vorrei essere a Isfahan». Il principe gli presta i suoi cavalli e poco dopo, incontrando la Morte, le chiede: «Perché stamattina hai fatto un gesto di minaccia al nostro giardiniere?» «Non era un gesto di minaccia – risponde la Morte – ma un gesto di sorpresa. Perché stamattina lo vedevo lontano da Isfahan, e a Isfahan lo devo prendere stanotte».
Il tema della ‘nera signora’ a cui non si può sfuggire ha viaggiato a lungo nella letteratura europea, non solo colta, basti pensare al testo della canzone Samarcanda, di Roberto Vecchioni.
Anche nel racconto di Nathan Englander, Gli acrobati – punto di riferimento del laboratorio teatrale di Cantieri Meticci per richiedenti asilo politico – si parla di destino, di caso, di morte e sopravvivenza.
Emblematico, nella sua atrocità, l’episodio della morte di Yocheved, l’orfanella del ghetto della quale Mendel, il protagonista, si prende cura; la bambina viene uccisa da un cecchino solo perché si ferma un attimo di troppo a guardare lo zio che sta per essere caricato su un vagone insieme ad altri ebrei. Yocheved muore senza sapere il perché, senza sapere da dove arriva quel ‘regalo’ imprevisto. Nessuno si ferma a soccorrerla, solo Mendel si volge all’indietro sentendo lo sparo. Ma solo per un attimo. E si chiede: «Qual è la differenza tra la pallottola del cecchino e la sopravvivenza?». Il caso. Nessuno può sapere da dove viene il pericolo, chi sarà scelto dall’Angelo della Morte, a chi toccherà per primo.
Inseguiti e sfiorati dall’Angelo della Morte, gli attori del laboratorio corrono insieme su binari improvvisati, si schiacciano gli uni contro gli altri, non c’è via di scampo, l’angelo non concede tregua.
Parole: Lucia Bonini
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