CANTIERI METICCI 2, Il circo

Diari da uno spettacolo 2015
al laboratorio teatrale di Cantieri Meticci.
Contributi di Michele Benincasa e Lucia Bonini.


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Disegni: Michele Benincasa


Il tema dell’improvvisazione di queste prove è il circo: a gruppi gli attori inventano scene con timidi uomini forzuti, mangiafuoco e mangiaspade, delicati equilibristi e tigri nervose che si ribellano a improbabili domatori. I bambini stanno al gioco con una disinvoltura da attori provetti e si lasciano coinvolgere con serietà e leggerezza insieme. Guardandoli mi chiedo: cos’è il circo per tutti loro? Cosa significa fare teatro per chi viene da paesi lontani e ha alle spalle storie drammatiche?
Alla fine della performance, in un breve dibattito finale, pongo le domande a qualcuno degli attori e le risposte mi piacciono, pur nella loro essenzialità: il teatro è come il circo e il circo è come il Teatro: l’obiettivo è stupire, divertire, inventarsi qualcosa per ‘salvarsi la pelle’, come nella vita, far finta di saper fare tutto. E poi il circo tutti lo possono capire, perché è esagerato e sempre sopra le righe: è il corpo a parlare e non servono interpreti.
Il circo è un viaggio, la meta è imprecisata, ma che importa? Si va, e basta. Ognuno fa la sua parte, recita un ruolo e dà un contributo, prende e dà. In tempi di austerity e di conti da saldare, si resta stupiti di fronte allo spettacolo della gioia e dell’essere se stessi mentre si finge di essere qualcun altro. Chiaro, no?

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Parole: Lucia Bonini


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