TOKYO, Dal giorno alla notte

Le strade di Tokyo durante il giorno brulicano di gente, uomini di affari in giacca e cravatta camminano velocemente per raggiungere il luogo di lavoro. Questo via vai è ricorrente in ogni centro, anche verso i confini della città, dove il silenzio regna sovrano già dalle sette di sera. In queste zone di periferia l’unico rumore che si sente verso l’imbrunire è quello del semaforo, che suona una canzoncina ogni qual volta passa il treno. Nelle case domina la tranquillità e a malapena si sentono le persone chiacchierare dalle proprie stanze. Per un viaggiatore qualunque, l’impatto con questa realtà può essere spiazzante, ci si aspetta che ogni parte di Tokyo sia come Shibuya o Shinjuku e ci si dimentica l’importanza che la pace e la serenità assumono nella cultura giapponese.

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È una contraddizione vedere come nel silenzio di questo paese possa esserci lo spazio per l’euforia della notte e i rumori che la rendono speciale.
I rumori delle notti di Tokyo sono vari e di diversa natura. Ci sono le grida delle persone che cantano dentro i karaoke; i tasti dei videogiochi nelle sale del Pachinko (gioco d’azzardo), i tacchi delle hostess che camminano per strada, il rumore delle mazze da baseball di giocatori improvvisati e le risate degli uomini che escono dalle porte dei love hotel.

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Anche i colori cambiano dal giorno alla notte. Quelli del giorno e della periferia sono il grigio dei palazzi e il verde degli alberi, fatta eccezione per qualche lanterna rossa appesa alle finestre dei ristoranti. Di notte, nei quartieri di Shibuya, Roppongi, Shinjuju, o Harajuju, ogni viaggiatore si sentirà abbagliato dalle mille luci dei cartelloni pubblicitari e dai colori vividi dei vestiti delle ragazze, spesso trasvestite da qualche personaggio manga con i capelli rosa e le labbra blu. Non è raro però incontrarle al supermercato, nelle ore più disparate della notte indossando la yukata, l’abito tradizionale femminile giapponese.

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I negozi lungo la strada sono di vario tipo, dai posti in cui vendono ramen a pochi spiccioli, ai piccoli bar dove gli uomini bevono sake e aspettano il mattino. Alcuni di essi indossano ancora il proprio abito di lavoro e sperano di intrattenersi con qualche hostess. Spesso lavorano fino a notte fonda, e sono costretti ad aspettare il treno del mattino. Il cielo nel centro della città non ha stelle, e l’unico colore che sbrilluccica è il nero lucido delle macchine dei taxi. Generalmente in ogni macchina c’è un vetro che separa gli autisti dai passeggeri. Agli autisti non piace ascoltare la musica mentre guidano nel traffico; indossano la loro mascherina e i guanti bianchi, e non si perdono in chiacchiere come spesso succede dalle nostre parti. Il silenzio nel breve tragitto è molto apprezzato da parte di tutti i cittadini. In metropolitana, quando verso l’alba si rientra a casa o si va lavoro, le persone amano riposare e rimanere in silenzio.
All’inizio, per ogni viaggiatore questo bisogno di silenzio in treno o in altre circostanze è incomprensibile, solo dopo qualche tempo si inizia ad apprezzarne il valore.

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