BRUXELLES, La mia destinazione preferita? La Prossima!
Viaggiare è importante come respirare? Retorico.
Viaggiare è una ricerca di se stessi? La Vita nel suo insieme lo è.
Viaggiare apre la mente? Si potrebbe dire lo stesso degli incontri, dei libri, dell’arte, della gastronomia…
Allora cos’ha di così speciale Il Viaggio?
Forse nulla.
Forse è un modo per cercare di uscire da noi stessi. Si tratta di un tentativo e non di una garanzia, è facile ingannarsi e confondere una scoperta con una riprova (cercata e trovata) di ciò che volevamo confutare.
Scrivendo, cogito e realizzo cos’è il viaggio per me! È un viatico contro la paura è un modo per aprirmi all’altro, uno stimolo costante a superare i miei limiti. Nessuna prova estrema, solamente il bisogno di aver fiducia nel genere umano e nel globo tutto.
Ricordo la prima volta che andai a vivere in Scozia, in lacrime prima di lasciare Roma, a scrivere lettere a mia madre e mio fratello come fosse l’ultima occasione datami dal fato per poter vergare il mio amore per loro, così difficile da esprimere e così intenso, o molti anni più tardi arrivato in Cina piegato in due sul letto di un albergo, terrorizzato dalle mie prossime mosse. Sì, per me viaggiare è, ogni volta, un po’ morire.
Il resto è meraviglia e gratitudine proprio come quando, scampato ad un attacco di panico, realizzo fino in fondo d’essere ancora vivo e non ancora pazzo… una sensazione unica che ti rende parte del tutto, che fa ritrovare ed apprezzare, a qualsiasi latitudine, ogni singolo dettaglio del creato.
Poi c’è la fotografia, la voglia di cogliere quello che osservo, cosciente che il maggior merito che potrebbero acquisire quegli scatti, è di raccontare una storia ed attraverso essa generare curiosità. Il più bel complimento che abbia ricevuto fu ad una mia mostra, quando una ragazza organizzò un viaggio sulle tracce delle mie fotografie: “il Viaggio che genera Viaggio” è a quanto di più possa aspirare.
Infine, il bisogno fisico di scorgere nuove forme, colori, sapori, animali, l’endemicità dei luoghi, l’unicità sancita dall’esistenza esclusiva di flora o fauna.
La consapevolezza che quello che osservo è anche mio, non perché lo abbia meritato, ma perché ci sono e ci sono stato.
La serena coscienza che potrei continuare a girare all’infinito, scoprendo cose impensate, e l’agitazione frenetica nella ricerca dello sconosciuto, sono l’equilibrio-instabile che continua a muovermi e a spingermi oltre.
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