TOKYO, Né una vacanza, né un espatriare

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Cosa sono due mesi all’estero, nella stessa città?
Non sono una vacanza. Chi potrebbe permettersi una vacanza così lunga? Di certo non noi.
Non sono un viaggio, se si è stanziali. Niente zaini in spalla, niente alberghi, niente su e giù per autobus e treni. Anche perché due mesi con i ritmi da viaggio non li reggeremmo, non c’abbiamo più il fisico.
Ma non stiamo nemmeno espatriando, emigrando, traslocando. Non molliamo tutto e cambiamo vita. Portiamo la vita con noi e continuiamo a pagare l’affitto di là, per poi tornare.
E allora cos’è?
Chiamiamola “un’esperienza”.
In Giappone avevamo già viaggiato insieme.
Lei ci aveva già vissuto e aveva nostalgia del far la spesa al supermercato e avere un luogo in cui rientrare dicendo tadaima (saluto dei giapponesi quando tornano a casa).
Lui aveva vissuto Tokyo solo da turista/viaggiatore e voleva provare a vivere la quotidianità che le altre volte aveva solo assaggiato e immaginato.
Fortunatamente abbiamo delle vite e dei lavori che possono essere messi in valigia, così siamo venuti a giocare a “facciamo finta che viviamo a Tokyo”, come quando si era bambini.
Ma anche qui rimaniamo sempre noi e facciamo quello che sappiamo fare. Raccontiamo storie con i video.
Traduciamo storie per portarle da qui a lì (o da lì a qui?).
Studiamo e parliamo la lingua del posto, altrimenti il gioco non viene bene.
Lavoriamo, scriviamo, usciamo, fotografiamo, mangiamo, compriamo, vediamo gente, facciamo cose.
E quando torneremo, saremo un po’ più poveri da un lato e più ricchi da un altro.

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2 pensieri riguardo “TOKYO, Né una vacanza, né un espatriare

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