MALTA, Sogni
Anche Malta ha la sua fabbrica dei sogni. Ai Mediterranean Film Studios è stata soprattutto Hollywood a dar sfogo alla propria fantasia, ma negli ultimi tempi anche in Europa (e oltre) si guarda con crescente interesse a questi studi specializzati nelle riprese di azioni che si svolgono, ça va sans dire, principalmente in acqua. Ci sono un’enorme cisterna – una sorta di piscina gigante costruita per permettere ai produttori di girare le scene delle battaglie navali in un ambiente circoscritto mantenendo lo sfondo del mare aperto – e macchinari che riproducono l’effetto del vento e delle onde, dispositivi fumogeni, cannoni ad acqua, capannoni in cui si ricostruiscono dettagliati modellini di velieri e caravelle a grandezza naturale.
Mi sentivo Alice nel Paese delle Meraviglie mentre girellavo con occhi sgranati seguita dal fido Vik (Viking, tanto per rimanere in tema…), il bastardino color miele adottato dalle maestranze locali. Finché non mi sono imbattuta in lei. [ndr: vedi foto ]
A Malta ci si sente come pirati all’arrembaggio. O almeno, così mi sento io. Non è che l’isola mi sia nemica, ma fatico a vederla come un’alleata, con quel suo paesaggio così difficile da conquistare, una lingua che attinge molto dalla nostra ma che suona comunque lontana e tutto quel carico di abitudini, usanze, visioni che faccio fatica a sentire un po’ mie. Se fosse un film saprei esattamente su quale sponda attraccare e non soffrirei quel sentore di tempesta che si annida tra le onde e ti sorprende laddove non intuivi che calma. Nella realtà, devo ancora capire dov’è che si nasconde, il tesoro di quest’isola.