MALTA, Porte
Sliema è una donna di mezza età che tenta di rifarsi il trucco con poco successo.
Ricerca l’attenzione del turista e pare aver dimenticato i suoi figli e un passato che forse non vale la pena ricordare.
Va presa in contropiede – in una domenica tanto assolata da non aver voglia di nulla – per scoprire che il suo cuore non è vuoto e ha un sapore antico, che dietro le serrature arrugginite ci sono giardini segreti e gatti randagi che inseguono le farfalle e che si prova uno strano sollievo alla fine delle salite.
Ho camminato a lungo per i vicoli senz’ombra di questo posto e questa signora così priva di classe mi è apparsa improvvisamente diversa da quella intravista sul lungomare o nei negozi del centro; quasi poetica nella sua decadenza, dolente e fiera nel celare quella che sembra l’unica parte intatta di sé.
Guardiani sacri e profani vegliavano le porte dei palazzi dagli intonaci scrostati: vecchi batacchi dalle forme di delfino, medusa e leone e tante, tantissime Madonne. Pensose, sorridenti, materne. Madonne col bambino, San Giuseppe, Sacre Famiglie… li ho fotografati tutti, colta da una strana euforia.
Proteggete la mia casa, proteggete la mia gente.
Il vento spingeva forte dal mare.