LAMPEDUSA MIRRORS, Tutto il mondo è un palcoscenico
Tutto il mondo è un palcoscenico, e gli uomini e le donne sono soltanto attori.
Hanno le loro uscite come le loro entrate, e nella vita ognuno
recita molte parti, e i suoi atti sono le sette età.
William Shakespeare
E poi, un giorno, arrivano.
«Arrivano a ondate», questo dicono generalmente i mass media italiani di tutti i non italiani provenienti da paesi non occidentali.
I nostri, no. I nostri arrivano in aereo, qualcuno in treno, qualcuno persino in auto: un bel minibus Volkswagen da Berlino, carico carico di… depliant, post-it, pennarelli ed evidenziatori, forbici, colla e cartoncini colorati, che sono il kit di lavoro (e di sopravvivenza) di MitOst e Al Mawred, nostri partner e mentori del programma Tandem Shaml.
Arrivano in tanti, questo sì, ma non sono minacciosi, checché ne dicano i mass media: portano con sé fotografie, sculture, musica, idee, immagini. Ben 44 tra artisti, operatori e sponsor della cultura da Egitto, Germania, Turchia, Paesi Bassi, Regno Unito, Tunisia, Georgia, Francia, Siria, Grecia, Libano, Italia.
Lo sapevamo, abbiamo lavorato tanto per questo, sono mesi che mettiamo in fila le cose da fare, sperando prima o poi di spuntarle tutte, e soprattutto che la lista smetta di crescere:
➢ alberghi: prenotati (sì, ma alla fine quanti sono esattamente gli ospiti?)
➢ ristoranti: fissati («Il cibo non sarà un problema», avevamo dichiarato con tronfio orgoglio italico ai partner)
➢ programmi: fatti (e cambiati)
➢ locandine stampate (e cambiate)
➢ biglietti aerei: presi, tutti rigorosamente con possibilità di rimborso e annesse preghiere, affinché a tutti i partecipanti arabi sia concesso il visto d’ingresso in questa nostra Italia chiusa dentro la Fortezza Europa
➢ chi fa cosa: deciso (sì ma… cosa?!)
18 marzo 2015: pur se tra mille punti di domanda, parentesi e liste spuntate per metà, tutto è pronto. E nonostante qualcosa d’inaspettato ci sia sempre (l’inattendu – ricordate?), alla fine Tandem Shaml: Arte Senza Confini può cominciare.
Viaggio per immagini nel dietro le quinte: le prove della performance finale di Lampedusa Mirrors, con i nostri ragazzi che finalmente incontrano gli attori e persino uno dei ragazzi tunisini, Illyes, 18 anni (quello che camminava sul sentiero di scarpe, ricordate?); la trasformazione del nostro amato ITC Studio in vero centro per le arti da tutto il mondo, con sale espositive, un salotto e perfino un cinema in miniatura; i giri turistici e l’accoglienza dei nostri meravigliosi allievi, trasformati in guide e angeli custodi dei nostri amici da tutto il mondo; la campanella e la gentilezza di Hatem, Darius, Silvana, Dalia… E tutta la banda del Teatro dell’Argine (tecnici, organizzatori, artisti, amministratori, maschere, tutti!) che corre di qua e di là risolvendo problemi in itarabo, anglitaliano, franglese, o con la lingua del sorriso e dei gesti che ci rende famosi in tutto il mondo…
Viaggio per immagini nell’evento finale: All’evento partecipano gli altri progetti riuniti all’interno di Tandem Shaml, con il laboratorio di mapping culturale a cura di Culture Puncture al Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna; il dibattito Le organizzazioni culturali in tempi turbolenti al Centro Interculturale Zonarelli e il concerto di So Close alla Cantina Bentivoglio a Bologna; all’ITC Studio, il mercato di poesie e dolcetti da tutto il mondo a cura di Market Point, la proiezione di cortometraggi siriani del progetto Open Gates, le installazioni multimediali di Detour e Market Point, i punti di scambio e ascolti musicali dei progetti Culture Puncture e So Close.
E la piccola performance finale del nostro Lampedusa Mirrors, l’approdo di questo viaggio. E di questo diario. Vedere i nostri ragazzi (dai 14 ai 22 anni) prendere su di sé temi e parole così grandi e importanti ha commosso noi e i nostri amici da tutto il mondo. E i loro genitori e parenti, venendo ad assistere al loro lavoro, hanno avuto l’occasione di vedere tutte le altre opere d’arte e i temi in esse trattati: migrazione, gentrificazione, guerra. L’arte come strumento per leggere meglio il mondo. E, forse, per dialogare. All’ITC Studio la magia funzionava.
Viaggio per immagini nel mondo: Dall’ultimo nostro diario (gennaio 2015), sono successe tante cose nel mondo là fuori, il Grande Mondo fuori dal Piccolo Mondo del teatro, come avrebbe detto Ingmar Bergman: nuove terribili stragi di migranti nel nostro mare, l’ultima delle quali così recente (19 aprile 2015) che ancora si stanno cercando i dispersi e contando i morti, tanti, troppi, sempre di più; Lampedusa e altri porti pieni di persone che fuggono da guerre sempre più atroci, sempre più diffuse; Charlie Hebdo e la Nigeria; il Kenya; e tutte le altre stragi di cui nessuno parla.
18 marzo 2015: proprio mentre noi accoglievamo i nostri partner tunisini e cominciava l’avventura del Tandem, la strage al Museo del Bardo a Tunisi. I loro e i nostri visi sconvolti e attoniti. Il Grande Mondo fa irruzione nel Piccolo e ci dice che dobbiamo stare all’erta, noi artisti, noi cittadini; che la resistenza non è finita, che il mondo, grande o piccolo che sia, non si costruisce da solo. Bisogna lavorarci. Impegnarci.
Nel frattempo, a Tunisi, il meraviglioso garage-teatro Mass’Art (che ha ospitato anche Lampedusa Mirrors) è stato chiuso: centinaia di persone hanno lottato perché ciò non accadesse, centinaia stanno lottando per la sua riapertura.
Bene, cominciamo da qui: «Se non accade oggi accadrà domani, se non accadrà domani sta accadendo oggi, se non sta accadendo oggi, prima o poi accadrà. L’importante è essere pronti» (William Shakespeare).
(Le fotografie di questo post sono di Luciano Paselli)