CANTIERI METICCI 1, Stupore e bellezza
Diari da uno spettacolo 2015
al laboratorio teatrale di Cantieri Meticci.
Contributi di Michele Benincasa e Lucia Bonini.
Disegni: Michele Benincasa
Lunedì 9 febbraio 2015, ore 21, Centro Interculturale Zonarelli di San Donato. Assisto per la prima volta alle prove del laboratorio teatrale di Cantieri Meticci per richiedenti asilo politico.
Il Laboratorio, iniziato il 3 novembre, si tiene tutti i lunedì e il gruppo è formato da richiedenti asilo, ospiti o ex-ospiti di strutture di accoglienza, oltre che da migranti. Questi ultimi in tutto sono una trentina, provenienti da diversi paesi, dall’Iran all’Egitto, dal Mali al Pakistan, dall’Afghanistan alla Somalia, dal Camerun alla Repubblica Democratica del Congo. Tra loro, ci sono anche alcuni attori italiani.
Le persone arrivano alla spicciolata: tra saluti e abbracci, tutti vengono accolti con calore, ci si trova e ci si ritrova.
Alice, una delle colonne portanti del laboratorio, chiama i presenti a formare un cerchio. È da qui che si parte sempre, ogni sera, tenendosi per mano. Ognuno deve presentarsi a modo suo, per rompere il ghiaccio, per dire: «Ecco, ci sono anch’io, anch’io che ho avuto una giornata nera, che nemmeno oggi ho trovato lavoro, sono qui, con voi, perché qui e adesso è tutta un’altra storia»… Ci si presenta con un gesto, un’azione che racconti un’emozione, un modo di essere; come sempre ci sono i timidi e i disinvolti, gli sfacciati e i silenziosi, gli sciolti e quelli rigidi come un tronco.
Ci sono anche tre bambini e una ragazzina un po’ più grande: per loro è più facile, il teatro è un gioco da cui entrano ed escono con passo leggero e scanzonato.
Ecco che arriva Sanam, una ‘veterana’ dei Cantieri Meticci, entra nel cerchio e scompiglia tutto come solo lei sa fare. Un vero genio della scena.
Si provano i passi di una danza della tradizione yiddish, su musica klezmer; il ballo segue alcune regole, ci sono dei passi precisi, si deve tenere il ritmo e non è facile: insomma, all’inizio è un vero caos, anche se divertente, vitale, ma poi si comincia a ingranare e tutto prende forma… Apri e incrocia, su le mani e vai, destra e sinistra.
L’atmosfera si scalda.
Anche quest’anno il progetto teatrale è partito da un testo famoso, questa volta si tratta de Gli acrobati, di Nathan Englander, giovane talento della scena letteraria newyorchese. Il racconto, inserito nella raccolta Per alleviare insopportabili impulsi, narra una storia inventata, ma che potrebbe anche essere vera: nella Polonia occupata dai nazisti, un gruppo di ebrei si ritrova sul treno sbagliato, un convoglio che trasporta artisti di circo, fantasisti e ballerine in viaggio verso un luogo misterioso per esibirsi in un importante spettacolo. Per sopravvivere e sfuggire alla deportazione nei lager i chassidim polacchi si fingono acrobati.
Paradossi e umorismo amaro contro l’orrore.
Parole: Lucia Bonini
Cosa sono i Diari da uno spettacolo?