DJIBOUTI, Buon compleanno Ecole Miriam

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Cosa accadeva il 28 luglio del 2002, 14 anni fa, a ciascuno di noi e nel mondo? Qualcuno di voi lo ricorda? Cosa accadeva a me non lo ricordo, ma ho imparato in seguito cosa stava nascendo nel quartiere chiamato PK12, nella autogeneratasi baraccopoli di Balbalà, a Gibuti, stato residuo di (non ancora postumo) colonialismo europeo, all’estrema periferia del pianeta Africa, grembo materno della Terra.
Accadeva che, in quel quartiere, molti genitori non potevano mandare i propri figli a scuola perché le scuole statali nella capitale erano lontane e costavano troppo.
Accadeva quindi che, tra quei genitori, un laureando magistrale, non ancora laureato per carenza di vile denaro, decideva di fondare una scuola privata, volendo trasformare sogni e utopie in propositi e realtà. Allora Mohamed, divenuto “preside laureando”, chiamò alcuni ragazzi, poco più giovani di lui, tutti diplomati abbastanza per insegnare almeno le basi a chi non sapeva neanche leggere e scrivere. I genitori si autotassarono, no, si autosvenarono e affittarono un terreno su cui venne assemblata, con lamiere e pareti di legno, una scuola di quattro aulette e un ufficio.

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E così iniziò tutto: ABC timidi su lavagne rotte, pagine di quaderno sporche di polvere, numeri e ditini sudati, mosche in volo dall’alba al tramonto attraverso cori di tabelline.

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Accadde poi che, nel 2008, Mohamed e io ci conoscemmo sugli stessi ciottoli roventi, fuori dalla scuola e sotto l’insegna dipinta a mano, patetica e stupenda, che ostenta ancora sicura il motto: «L’éducation…vie meilleure», cioè: «Dall’istruzione viene una vita migliore». Lui mi offrì una domanda perpendicolare, a piombo come il sole di quell’ora: «Puoi fare qualcosa per darci una mano, qualsiasi cosa?». Non risposi subito, distratto dall’insegna, zattera circondata da un Mar Rosso di rabbia giusta, perché ingiustamente povera, che vorrebbe affondarla; poi diedi l’unica risposta che mi sentii in grado di dare: «Qualcosa ti prometto che faremo».
La prima cosa che facemmo fu sostenere economicamente il resto degli studi del preside fino alla laurea. La seconda fu l’invio costante di materiale didattico e cancelleria (che continua). La terza è stata la costruzione di una nuova scuola in muratura. La quarta è, e sarà, sostenere la scuola fino alla sua totale autonomia.
Buon compleanno Ecole Miriam e mille di questi giorni sempre migliori!

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