Un sopralluogo al parco prima del debutto

Posso prendere un qualsiasi spazio vuoto e chiamarlo palcoscenico vuoto.
Un uomo attraversa questo spazio vuoto mentre qualcun altro lo guarda,
e questo è tutto ciò di cui ho bisogno perché si inizi un atto teatrale.

(Peter Brook, Lo spazio vuoto)

Cuoco alle polveri, esito del laboratorio teatrale di Cantieri Meticci al centro Zonarelli, in collaborazione la Cooperativa Arca di Noè, sarà ospite il prossimo 15 giugno nella rassegna cinematografica Cineporto-Boff. La rassegna di cinema indipendente si terrà al parco XI settembre, nel centro di Bologna, e lì il nostro spettacolo avrà il suo debutto.

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In occasione di un picnic organizzato da Farm, l’associazione promotrice della rassegna, vado al parco con Alice e Luana, della compagnia. Guardiamo il parco, appiccichiamo qualche volantino, mangiamo lo squisito riso alla cantonese che i ragazzi dell’associazione hanno portato al picnic, dentro teglie di dimensioni bifamiliari. Mi guardo intorno e provo a immaginare. È buffo perché nel figurarmi i nostri attori in mezzo agli alberi li vedo piccoli piccoli.

Sono abituata a provare da mesi gomito a gomito con i miei compagni nella pur ampia sala del Centro Zonarelli, per cui tutto questo spazio mi fa uno strano effetto. È come se fosse una visione con il silenziatore. Essendo uno spettacolo composto da più scene distinte, me le immagino in contemporanea, chi in mezzo al prato, chi sotto un albero, chi vicino alle altalene. Con la distanza mi sembrano inscritte dentro forme geometriche che si assomigliano: essendo riflessioni sull’essere straniero, in diverse declinazioni di questa condizione, c’è sempre un uomo che guarda dentro una forma e un dentro che guarda fuori della forma, all’uomo.
La rivolta degli sguatteri, che sbirciano e frugano dentro il mondo del padrone, e sabotano quello che possono; un vecchio che, pur cedendo alla propria stanchezza che gli chiede di lasciarsi andare, si rifiuta di accettare di essere escluso perché non più produttivo; due innamorati, soffocati negli stretti gruppi di appartenenza guardano oltre, l’uno all’altra; un ostinato digiunatore, controcorrente rispetto alla vita, è vivisezionato dagli sguardi degli spettatori della sua vita; un giovane senza identità e per questo assediato dalle cuoche e dai camerieri di un ristorante-prigione, come fosse lo specchio dei desideri. Forme rigide, che un mutamento dall’interno incrina.

In sala prove l’atmosfera è diversa dal solito. Una buona parte dei Cantieri Meticci è a Parigi, nella tappa francese del progetto europeo The City Ghettos of Today, che coinvolge 24 realtà culturali da 7 paesi europei. I nostri attori, insieme ad altri attori e artisti convenuti nel laboratorio, esplorano la Tempesta di Shakespeare. Noi rimasti siamo ovviamente molto fieri di tutto questo ma ci sentiamo anche un po’ orfani. Consapevoli che l’esperienza porterà nuova linfa a Cuoco alle polveri, lavoriamo e intanto aspettiamo l’onda, che arriverà con il rientro del resto della compagnia.

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