DANIMARCA, Viaggio di famiglia (a tre voci) parte III – Aarhus/Odense/Kerteminde

Malinconia.
Pensando al tea con Gunnar e Jette.
A loro che bussano la sera prima di partire per salutarci e con delle birre danesi per noi. Alle chiacchiere sul Ghana, la scuola, il teatro.
Un arrivederci e – «noi in Italia ci abbracciamo!» –li colgo alla sprovvista e li abbraccio.
È che i danesi sono accoglienti ma discreti.

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LUCIANO: Bagni – quelli delle case sono brutti, come se non gli interessasse. Non hanno i box doccia, oltre che il bidè, e molti condomini hanno il bagno in comune. Da valutare anche se affittate una casa: leggete bene. In compenso, la maggior parte di quelli pubblici – in città, musei, centri commerciali, stazioni, parcheggi… – sembrano delle spa.
Si, anche quelli dei maschi.

Fermi ad un semaforo, mentre viaggiamo spediti verso la nostra prossima destinazione, mi cade l’occhio su una strana costruzione e ad alta voce dico: «Potrebbe essere la casa Museo, quella grande dedicata ad Elvis Presley, di cui ho letto in un volantino nella piccola casa di memorabilia a Blokhus». Facciamo controlli incrociati su Google Maps e Internet: increduli, scopriamo che è proprio quella!
Una villa dalle fattezze di Graceland con dentro un classico American diner; musica di Elvis, proprietario adorabile in tenuta da meccanico anni 50 e un trionfo di cimeli ineguagliabili. Dovete fermarvi. A prescindere dalla vostra passione per The King of Rock’n’Roll. La mia è molto forte. E il destino ci ha portati a questo semaforo ;).

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15 agosto – Brabrand (dintorni di Aarhus)

Se siete ad Aarhus passate una giornata nella città vecchia. Che però non è una vera città vecchia. È una parte di villaggio ricostruito con case vere – prese da diverse parti della Danimarca – secondo diversi blocchi di anni (1800, 1920 e 1970), con tanto di figuranti che vendono mentre deambulano, come in un parco tematico. Segnatevi il nome: Den Gamle By.

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A colpo d’occhio, mi vengono in mente la pacatezza del giostraio, la passeggiata in carrozza, le case – un po’ come se fossimo a Stratford-upon-Avon – la tortina alla crema e la fila… In Danimarca, non ci si mette in fila uno dietro l’altro, ma si tiene la sinistra. ^_^
Ah, ovviamente i bambini non pagano.

LUCIANO: Liquirizia salata, da provare. Magari compratene poca perché ci sono buone possibilità che la sputiate dopo tre secondi. A me piace, ma sono io! In generale la liquirizia viene usata un po’ ovunque.

16 agosto

Diluvia. Come quando era settembre e la scuola era iniziata da poco e mi sedevo vicino alla finestra a guardarla, a fare i compiti, a colorare, aspettando la cena e la copertina sul divano per l’ultimo cartone prima di andare a letto.
Oggi mi sento così, in questa incredibile casa affidata alle nostre mani.
Decidiamo che oggi è il giorno dell’Aros Museum.

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“No words”.
Cinque ore dentro: volate.

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Leila: Mi ricorderò del Big Boy forever! E mi ricordo che c’era il bagno – ridacchia – e di quando camminavo nell’arcobaleno, che mi sembrava di camminare nel Cielo!

L’arcobaleno è quello di Olafur Eliasson, che amiamo.

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LUCIANO: Olafur Eliasson, artista, ma non solo: è presente in quasi tutti i musei, qui in Danimarca, ed è un bene! Molte le sue opere pubbliche: l’ultima è il Cirkelbroen, un ponte inaugurato il 21 agosto a Copenaghen a cura dello Studio da lui fondato.

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LUCIANO: Car Boot Aarhus, il delirio. Da passarci almeno mezza giornata, perché questo mercatino dell’usato offre di tutto. Dal Barbapapà gigante a 4 euro a pezzi di design classico: Muuto, Normann Copenaghen, Kay Bojesen, Fritz Hansen. Scatole di Lego decisamente a basso prezzo, vestiti da carnevale e una valanga di altre cose.

Lasciamo Aarhus verso Odense, il paese dove è nato lui – Hans Christian Andersen – ma dormiamo a Kerteminde, che è bella. La rinominiamo “la nostra Bellaria a nord di Odense”! Ci piace molto.

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Odense, si come si diceva, è la città di Hans Christian Andersen. Merita una passeggiata veloce, che però vi conduca non tanto alla casa museo del suddetto scrittore, ma in paradiso… ovvero al Tinderbox.
Si tratta di un centro culturale per bambini, dove si può vivere l’esperienza di  diventare i personaggi delle storie di Andersen.
Paghi l’ingresso, che è valido tutto il giorno, così puoi entrare ed uscire a tuo piacimento… Ma diciamo pure che se entri non hai tanta voglia di uscire!
È tutto curato nei minimi dettagli: ci si può travestire (anche i grandi!), ci sono workshop teatrali, laboratori, e poi le foglie, dove scrivere i propri desideri, per far fiorire l’albero all’ingresso.

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LEILA: Tinderbox è bellissimo! Ci sono a looots of activities and if you want you can be dressed as Hans Christian Andersen characters. Poi c’è la parade – la parade è un mini-musical interpretato dai più famosi personaggi creati dall’autore… rigorosamente in danese (NdR) – e mi sono piaciuti tutti!!! If you go, send me pictures! The most funny thing: mi sono presa paura che c’era la voce del troll… ma mi ha fatto ridere!

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Nel nostro ultimo giorno a Kerteminde scopriamo che c’è un vecchio mulino, bellissimo, risalente al 1853. E di fianco cosa hanno pensato di farci, i danesi? Essendoci ancora la casa del vecchio mugnaio in buono stato, hanno pensato bene di rinfrescarla e di metterla a disposizione per chi passa di lì, come zona picnic. Inoltre c’è una stanza, con oggetti lasciati a disposizione degli avventori, in cui farsi delle foto in una cornice.

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In centro, c’è un gioiellino di museo in centro, situato all’interno dell’edificio più antico della città: all’interno vanta anche un giardino delizioso, pieno di farfalle, dove prendere un caffè dopo il giro all’interno.

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Faccio una premessa. Non amo troppo i vichinghi.
Amo i pirati, gli etruschi e i cavalieri Jedi.
Ma in Danimarca c’è un po’ di vichingo in ogni paese e in ognuno degli abitanti; così andiamo a porgere il nostro contributo al loro passato visitando almeno una delle principali attrattive vichinghe.
Optiamo – lungo la incredibile strada che porta o allontana da Kerteminde, a sua volta costellata di case dall’architettura incantevole – per The Vikingmuseum Ladby.

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5 meritatissime stelle.
Percorso per bambini, con tanto di domande e risposte da scovare all’interno del museo e gadget finale come premio. Chiacchieriamo con gli artigiani e i fabbri, tutti volontari che sono intenti nella ricostruzione della nave a grandezza naturale; proseguiamo a piedi (noi) e nel carrellino a forma di drago (Leila), tirata tra i campi per raggiungere la tomba, dove da ben 1000 anni riposa ormai solo lo scheletro di quella che era una nave che accompagnò nel suo ultimo viaggio un grande re vichingo.

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