DANIMARCA, Viaggio di famiglia (a tre voci) parte II – Jutland settentrionale
C.: Siete italiani? E perché siete venuti in Danimarca?
Io: Perché ci piace!
C.: Undeniable!
E così ridiamo, io e il cameriere del Lonstrup cafè bio.
In tutte le vacanze decidiamo di andare per paesi, mostre, eventi, feste paesane in luoghi dove i turisti non ci vanno – o meglio, dove il turismo c’è, ma è locale.
Ci aggiriamo tra gli abitanti che ci guardano come fossimo alieni, atterrati nel loro quotidiano, e ci studiano cercando di capire perché dei turisti italiani si ritrovino in vacanza in posti che attirano solo quelli che ci vivono… E la risposta, la mia, è sempre quella… «Perché ci piace», e allora ti sorridono e magari ti raccontano anche di come passano le loro giornate.
Abbiamo lasciato Grete e siamo arrivati qui al nord.
Ci aspettano Gunnar e Jette.
E il verde e il mare, ma quello color argento delle spiagge del nord.
La strada fino a qui è un paio d’ore di campi, casette a punta o bianche, macchine che fanno pendant con i campi – verdi o gialle – un sidecar, mucche e cartelli che non capiamo.
LUCIANO: Galleri, troverete cartelli “galleri” molto spesso, a volte spessissimo, a volte ogni 2 metri. Cosa indicano? Non l’ho capito. Genericamente, “galleria”: potrete trovarci vasi in vetro simil-Murano, ceramiche d’arte, una mostra degli esponenti minori del gruppo CO.BR.A., litografie, croste ad olio di vedute marine (molte, uguali a quelle di Cesenatico), gabbiani in legno. Tranquilli, non sono tutte cose terribili, ci sono anche cose belle!
In ogni vacanza Luciano arriva in una Ferienhaus, un B&B, una casa o un paese e decide che è innamorato… E come volevasi dimostrare… Eccolo, innamorato della nostra fattoria vicino al mare del Nord; l’erba soffice, il cielo, la luce e i nostri host Gummar e Jette (preside di scuola elementare, in pensione, lui e maestra di scuola materna, in pensione, pure lei).
Ci raccontano che sono stati in Italia viaggiando pian piano, «perché se fai come quelli che partono e in un giorno arrivano… Bum, poi ne perdono un altro a letto a vegetare e allora? Si va piano e ci si gode il viaggio».
Già, chi può capirli meglio di noi?
La nostra prima cena in fattoria… la facciamo fuori casa – Gunnar prenota per noi per le 18.15 – e per fortuna che oggi abbiamo saltato il pranzo – E non ricordando il mio nome lo fa a nome Italy. Mi sento di dover adempiere ad un dovere non da poco rappresentando la nazione…
E ci dice che stasera non dovrebbe esserci troppa gente che domani i bimbi tornano a scuola.
Domani? Il 10 agosto?
Wow.
Il buffet risulta essere in un localino ad uso e consumo di autoctoni in vacanza, con un incredibile area gioco per bambini, vicino alla spiaggia di Slettenstrand e al granchio, guardiano del mare.
LEILA: Quando si viene qui bisogna salutare il Big Crab e poi preparategli una palla di sabbia con ciliegina – che poi è un sasso dalla spiaggia – e dateglielo così lui ahm ahm ahm lo mangia; e poi bisogna mangiare tanti tanti gamberetti e a lots of salmon!.
LUCIANO: Aneto – sul salmone e sulle patate ci deve essere, sempre. Specialmente sul salmone.
Lunedì mattina, con mappa e suggerimenti di Gunnar alla mano, partiamo.
Prima fermata, Blokhus e il festival delle statue di sabbia: tema di quest’anno è Hans Christian Andersen! Scultori di sabbia realizzano statue ispirate alle fiabe di Andersen. Tra gli artisti anche due italiani
La mia preferita è quella dedicata a Pollicina, mentre Leila elegge vincitrice quella che ritrae una parte della fiaba dell’Acciarino Magico… Forse perché è ritratto un cane? E mentre papà e figlia si divertono nell’angolo della sabbia creativa, io, con mia massima sorpresa, mi trovo, nello stesso centro espositivo, un mini-museo di memorabilia su Elvis Presley e gli anni del rock’n’roll!!!
Mi aggiro tra svariati cimeli di Elvis ed altre perle tra cui: una chitarra firmata da Slash; l’anello di James Joplin, il disco d’oro vinto dagli Europe ^_^.
E poi via, verso Lonstrup!
A questo mare voglio bene. Ci vengo vestita, ammollo i piedi nella sabbia giù giù, il sole mi scalda, ma il venticello mi rinfresca e soprattutto intorno c’è del verde. È quello che mi manca in certe spiagge della Riviera, dove alzo gli occhi e, invece del verde, vedo il vicino con i suoi problemi.
Leila, a questo proposito, mi dice la sua: «This beach and sea are full of meduse purple e blu and I like e poi c’è una stone che luccica che prendo in braccio! I like this beach!».
E se piace a lei…
LUCIANO: Torupstrand – è una spiaggia, nel nord della Danimarca, che funge da piccolo porto per i marinai. Le barche in legno azzurre, tirate sulla spiaggia dai trattori, portano il pesce fresco, che viene cucinato direttamente sul luogo per 50 corone danesi (circa 7 euro). Sulla strada che porta alla spiaggia – anche perché non ce ne sono altre – si affaccia una casetta in legno, come quelle delle verdure: è l’unico negozio di souvenir del paese, ed è self service. A poca distanza si trova il laboratorio di ceramica di Kristensen Rikke: una visita è d’obbligo.
In macchina abbiamo due nuovi passatempi:
1. individuare cartelli con la parola Loppe (per poi scoprire soltanto qualche giorno più tardi l’esistenza di un sito portentoso!)
LUCIANO: Loppe, ovvero: pulce. Ci sono parole che bisogna sapere se si è alla ricerca di mercatini dell’usato, cianfrusaglie e antichità. In Inghilterra una di queste è Car Boot Sale, in Danimarca è Loppe. Non importa se in una piazza con diversi ambulanti, in un garage o in un capannone: se vedete questa parola, fermatevi e vi divertirete. Attenzione, però: essendo in Danimarca anche i Loppe, ovvero i second hand, sono costosetti ma magari troverete qualcosa di particolare. Per trovare cose a prezzo davvero basso, dovete cercare i Charity Shop: ogni città ne ha almeno uno.
2. fermarsi ad ognuno dei banchetti acquista da te che incontriamo
LUCIANO: Verdure self service – perché andare al supermercato a comprare le verdure, quando potete semplicemente andare dal vicino? Dentro a casine, cassette, cestini posti direttamente sulla strada troverete il raccolto fresco del contadino che abita a fianco. Potete scegliere quello che volete, mettere i soldi in un barattolo seguendo i prezzi indicati su un foglio ed eventualmente prendervi anche il resto, tutto da soli! Patate novelle, pomodori, zucchine, miele, marmellate, uova ma anche sassi colorati, conchiglie souvenir, ceramiche, ecc.
12 agosto
Ultimo giorno qui nello Jutland. La nostra meta è Skagen ovvero “dove tutti vanno a vedere dove finisce la Danimarca.” Ci sono turisti, anche italiani.
È una città strana.
C’è per esempio un museo dei Teddy Bears, dove ci dirigiamo subito.
Il museo nasce intorno agli orsetti di proprietà di una signora appassionata che ha continuato a comprarne fino ai giorni nostri, e alcuni pezzi di designer contemporanei lo testimoniano.
Un giro nel piccolo shop del museo per qualche souvenir e ovviamente cosa pensate abbia voluto comprare Leila per ricordo?
Sbagliato. Una tartaruga. 😉
Ci avventuriamo al porto per mangiare del pesce. La guida consiglia un ristorantino in particolare ma testiamo che di quelli schierati sul molo, uno vale l’altro. Sono simili e si mangia bene in tutti. E se i tavoli “vista barche” sono tutti pieni: dentro hanno delle belle salette al secondo piano, al riparo dal vento, quasi sempre vuote.
Ripassiamo dalla strada principale e rimaniamo totalmente rapiti dal laboratorio di caramelle Bolcheriet.
Una calamita ci attira dentro; guardiamo questa specie di enorme didò al profumo di fragola che passa in un cono e viene risputato sotto forma di “quadrettosi” succulenti. Alle 15.30 fanno una dimostrazione pratica di come si preparano le caramelle, dall’inizio! Come resistere?
Dalle caramelle passiamo allo Skagen Museum. Un gioiello, fatto anche della dolcezza della cassiera, che ci rilascia un biglietto omaggio anche per la tartaruga di Leila. La mostra è bellissima: artisti scandinavi contemporanei associati a pittori di Skagen. I quadri sono abbaglianti. Il catalogo: «Uno dei più belli che abbia mai acquistato in vita mia», dice Luciano, e vi assicuro che ne ha acquistati…
Ma dobbiamo ancora vedere dove finisce la Danimarca e si scontrano ed incontrano i due mari!
Per farlo bisogna prendere la macchina e andare verso Grenen. Parcheggiare – il biglietto del parcheggio di Skagen vale anche a Grenen – e se arrivate per le 18, comunque non si paga e la luce a quell’ora è magica.
Salite sulle collinette a guardare il paesaggio e poi pian piano scendete sulla spiaggia e camminate, una ventina di minuti, rotolate, tuffatevi nella sabbia fino a dove in lontananza – oltre alle onde che s’infrangono in un punto preciso dell’acqua – vedrete frotte di turisti che in un fazzoletto di terra si scattano foto. Dopo tutta quest’avventura congelate pure i vostri piedini nei due mari – contemporaneamente – e poi rimanete ad avvistare all’orizzonte l’oggetto dei vostri desideri nascosti… Il Sandormen, che sollevando sabbia e gabbiani giungerà rombando. Saltateci a bordo e per metà prezzo vi riporterà al parcheggio, ondeggiando sulle dune. I sei euro meglio spesi degli ultimi anni! 😉
Ada!!!Grazie… È’ quello che ci piacerebbe fare farvi viaggiare tutti un po’ con noi:) un bacio