TURKMENISTAN – Fare la spesa ad Ashgabat
Gli anni successivi alla caduta dell’Unione Sovietica sono stati molto duri per gli abitanti del Turkmenistan; il sistema economico sovietico si basava sullo scambio delle merci tra le varie repubbliche e nei piani economici quinquennali veniva deciso chi avrebbe dovuto produrre cosa e dove.
La spesa in epoca sovietica si faceva con delle specie di tessere annonarie; il cibo, razionato, poteva essere ritirato solo in determinati momenti e in determinate quantità. In un’ottica di centralizzazione e controllo delle merci furono costruiti dei grandi mercati coperti dove i cittadini potevano acquistare i beni di primo consumo. In questi mercati le attività commerciali erano divise per tipo, la zona delle verdure, la zona delle carni, ecc…
Con la fine dell’Unione il flusso di beni che erano soliti arrivare in Turkmenistan dalle altre repubbliche si è prosciugato. E la vita per alcuni anni è stata dura; la spesa si faceva quando si trovava qualcosa da comprare ed era meglio avere l’orto se si voleva mangiare tutti i giorni. Ma i turkmeni non si sono dati per vinti e nel giro di una decina d’anni, complice il giacimento di gas naturale più grande del mondo, sono riusciti a conquistare un tenore di vita mai sognato prima.
Negli ultimi anni sono stati costruiti dei grandi centri commerciali in palazzi ricoperti di marmo; il consumismo è arrivato nel paese e i turkmeni ci si gettano a testa bassa. La spesa più importante della settimana si fa al centro commerciale, il lunedì: i turkmeni navigano nei corridoi alla guida di carrelli stracolmi che riempiono a più non posso. I giovani si trovano benissimo in questa attività; gli anziani, invece, disorientati dall’opulenza del presente e memori delle difficoltà del passato si guardano intorno ad occhi aperti e si domandano quando si sveglieranno da questo sogno di ricchezza sfrenata.