ESODI 8, Cronache dell’altro mondo
Diari da uno spettacolo 2015
al laboratorio interculturale Esodi del Teatro dell’Argine.
Contributi di Elena Guidolin e Teresa Vila.
Disegni: Elena Guidolin
Durante la metà del Duecento, il veneziano Marco Polo divenne fido consigliere di Kublai Kahn, per il quale compiva ambasciate lungo tutto l’impero. La sua permanenza in oriente durò almeno un ventennio, durante il quale il Gran Khan non gli concesse mai di tornare in occidente. Ma alla fine riuscì a ottenere il tanto sospirato rimpatrio e nel 1295 tornò a calpestare la sua città natale.
Nella stanza sudiamo come pazzi. È arrivata l’estate, comincia a fare caldo, e il corso di teatro è in dirittura d’arrivo: lo spettacolo. Lo sguardo può ora chiudersi in un primo piano: ormai ci conosciamo tutti e, dallo sfondo, ognuno di noi si staglia col suo disegno preciso.
Uno, due, tre… stira il sorriso, metti a posto la giacca, inchino.
Cosa succede quando in cinquanta camminiamo in tondo?
Uno, due, tre… stira il sorriso, metti a posto la giacca, inchino.
(Che fanno Morro e Dawda – due gocce d’acqua, che da quando sono in Italia, con loro grande ilarità, tutti scambiano per fratelli, e che quando devono andare via dicono «Hey everybody… amunì!» – mentre scandiscono uno, due, tre passi; si bloccano, sorridono, s’inchinano?)
Il lavoro del regista sta nell’aprire uno squarcio e farci entrare in un’immagine; ci presta la sua esperienza mentre ripesca da chissà dove musiche vivide di suggestioni che ci fanno vedere, variare, ricreare le storie dissennate che gli albergano la testa.
(Cosa fanno Alex, Martina, Piero, che abbassano vorticosamente l’età media del gruppo dall’alto dei loro 15 anni?)
Uno, due, tre…
…una coreografia.
(Cosa fanno Sulayman, Youssif, Boubacar, tutti tifosi del Real Madrid o della Juve?)
Uno, due, tre…
…un allenamento in palestra.
(Cosa fanno Mirko, Mattia, Elvira, Francesca… tutti accomunati dal profondo amore per il succo di baobab?)
…un valzer.
E mentre cambia la musica i toni diventano grevi; i passi uno, due, tre, si fanno lenti e precisi, si bloccano solo un momento, giusto il tempo per stirare un sorriso, mettersi a posto, abbozzare un ossequio e ripartire.
(Che fanno Matteo – amante del russo ma votato, giocoforza, all’inglese – Clizia, Selene, Adel, Abdoulaye?)
Il cortese cameriere dell’albergo. La coazione a ripetere del forsennato. La colonia penale. L’ora d’aria nel cortile di un carcere. L’obbligo.
La musica si abbassa, si spegne, l’esercizio finisce. Si distendono i nervi, tesi a creare una scena corale che, senza una parola, ti raggiunge con l’allarme squillante di milioni di discorsi. Mi si avvicinano alcuni dei ragazzi, mentre mi chiedono incuriositi «E allora? E allora dicci, com’è andata la fuga? Com’è lì fuori?». Provo a mettere in ordine le idee e dico: «Ah, non sapete…!». Mi si bloccano le parole in gola.
Aggiungo: «Una cosa incredibile, assurda! Lì fuori, la gente sì che vive per davvero… il lusso… e che automobili… c’è lavoro per tutti… si mangia cibo strano, ma sanissimo, che fortifica…».
Non basta, continuo: «Animali mai visti, con tre o quattro corna lunghe sei spanne… Ci sono città allucinanti, meravigliose… E sono uomini di grande solazzo, che non attendono se no a suonare in istormenti e ‘n cantare e ballare. E se alcuno forestiero vi va ad albergare, egli sono troppo alegri e comandano alle loro mogli che li servano in tutto loro bisogno. E ‘l marito si parte di casa e va a stare altrove due dì o tre; e ‘l forestieri rimane colla moglie…».
[E ci sono fiaccolate contro l’insediamento dei rifugiati politici, e la Lega che furoreggia in paesini sperduti del sud.. cose assurde, che a raccontarsi sembrano venute dell’altro mondo].
I ragazzi mi guardano. Vogliono sapere di più.
Come glielo dico, io, che quella notte la sveglia non è mai suonata e sono rimasta addormentata…?
Parole: Teresa Vila
Cosa sono i Diari da uno spettacolo?