CINA, Intra-visti
Intra-visti è una mostra e vuol essere un arrivederci alla Cina e a tutto quello che questa ha rappresentato per me, pensata quando, dopo 4 anni, ho deciso di lasciarla.
Fotografo, egocentrico per mestiere, in questo caso ho voluto fare un passo indietro, ammettendo che il tempo trascorso non è servito a chiarirmi molto le idee sulla Terra di Mezzo. Era forse proprio questo che desideravo trovare: arrivare con un preconcetto ed andarmene con la conferma che una realtà oggettiva non esiste.
Prima di arrivare e nel tempo trascorso qui ho ascoltato miriadi di “verità” su chi sono cinesi o cosa sia la Cina. Ora che ci penso, è stata proprio questa la scintilla che mi aveva fatto scegliere Pechino come destinazione: la sicumera con cui tutti trovavano definizioni, specialmente prese dai media, restituendole senza quel, sempre più sottile, velo di “Politically Correct” per le strade e nei bar. Definizioni che ci formano, lentamente, pazientemente ed inconsciamente, nella paura dell’altro e che si illudono di poter racchiudere un giudizio esaustivo su un paese sconfinato, ora lo so, di territori, uomini, etnie e culture.
Della Cina ho capito che l’unico modo per coglierne qualcosa era spiare quello che ‘loro’ osservavano. Con le riprese di spalle cerco di donare prospettiva e movimento, volendo portare lo spettatore nell’azione stessa, rendendolo protagonista ideale: senza interporsi a quegli sguardi, rendersene partecipe.
Con questa serie di immagini, in una costante ‘Inquadratura Di Quinta’ ho cercato di riprendere, per una volta, ciò che i locali avevano fissato negli occhi, piuttosto che fissare i loro di occhi. Per riportare l’unica Verità che credo plausibile: quella dell’Istante, quella di ogni singolo.
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Che belle foto!
Meravigliosi i colori e interessante il punto di vista, non so perché ma quella che mi affascina di più é quella con le due ragazze di spalle che osservano i monaci.