DERVAZA – La porta dell’inferno
Un’enciclopedia sovietica degli anni ottanta alla voce Dervaza riportava:
«Dervaza: sito di estrazione del gas metano attivo fino al 1971».
Il dato è assolutamente preciso. Tuttavia, i sovietici che hanno compilato la voce hanno preferito dire la “mezza messa”, tralasciando una parte della verità, e cioè che il sito è stato abbandonato in quell’anno a causa di un terribile incidente: la terra al di sotto dell’impianto è improvvisamente sprofondata creando un enorme cratere di 70 metri di diametro e profondo più di 20 che ha inghiottito tutti i macchinari e, dicono le voci, gli sfortunati addetti all’estrazione.
Il cratere prende il nome da un piccolo villaggio, Dervaza, abitato da semi-nomadi che si trova a poca distanza. Ironicamente il significato della parola Dervaza in lingua turkmena è “porta”, per cui il cratere si è guadagnato il soprannome di Porta dell’inferno, in un certo senso a ragione perché il gas metano che continua a fuoriuscire dal sottosuolo ha preso fuoco nel 1971 e da allora non hai mai smesso di ardere, giorno e notte.
E poi ci dicono che si deve spegnere il fuoco del fornello per risparmiare!