TURKMENISTAN, Monumenti dall’Epoca Sovietica al nuovo Secolo d’Oro
L’osservazione dei monumenti in un paese dice molto della mentalità di chi li ha commissionati e del messaggio che vuole lanciare ai cittadini e ai possibili visitatori.
Durante l’epoca sovietica il Turkmenistan era una delle 15 sorelle, le Repubbliche Socialiste Sovietiche, e il Partito Comunista locale esprimeva attraverso l’arte monumentale la sua ortodossia politica. Alla caduta dell’Urss, il Turkmenistan, abitato da persone tolleranti, non ha visto eccessi di furia iconoclasta, così si sono salvate molte opere di arte sovietica. Ad esempio in un piccolo parco, ormai circondato da moderni palazzi, sopravvive una piccola riproduzione del mausoleo di Lenin, mentre sulla facciata di un condominio anni 70 si trova la rappresentazione astratta delle arti e dei mestieri dei lavoratori che facevano forte l’Unione.
Successivamente altre immagini si sono conquistate il podio: Saparmyrat Ataýewiç Nyýazow, detto Türkmenbaşy (padre dei Turkmeni), precedentemente segretario del Partito Comunista Turkmeno e Presidente del Soviet Supremo del Turkmenistan, divenne il presidente della nuova Repubblica Neutrale ed Indipendente del Turkmenistan e le sue effigi hanno spodestato quelle dei padri fondatori del comunismo.
I monumenti sono particolarmente evidenti nella capitale Ashgabad. La statua di un toro che scuote il mondo rappresenta il terremoto del 5 ottobre 1948 che rase al suolo la capitale: tra le crepe della terra si alzano le mani di una madre che salva dalla catastrofe un neonato dorato, il futuro Presidente. In un’altra statua, il presidente è raffigurato come un uomo dinamico, pronto ad alzarsi dalla sedia per soccorrere il suo popolo. Infine, nella campagna fuori città si trova una grande torre sormontata da una statua dorata del presidente che, braccia aperte ad accogliere tutti i Turkmeni nel suo abbraccio, ruota come un girasole seguendo il sole nel suo percorso diurno. I raggi solari colpiscono l’oro della statua e esaudiscono i desideri di Türkmenbaşy, scomparso nel 2006, che aveva voluto che il ventesimo secolo fosse il Secolo d’Oro del Turkmenistan.