Tutti i bagagli indispensabili per viaggiare – Diari da uno spettacolo @Aperiboutique
Le etichette delle valigie riportano quasi sempre nome, cognome e indirizzo dei proprietari, nella speranza di non perdere i bagagli neppure nel più distratto degli aeroporti… Ma cos’è in fondo che non si vuole perdere davvero? La valigia, il suo contenuto, oppure qualcos’altro ancora? Qual è il bagaglio strettamente indispensabile per viaggiare? Può essere contenuto dentro una valigia?
Da quando è nato, il Girovago è sempre stato molto attento e curioso riguardo ai vari aspetti del viaggio e si è ritrovato a porre queste domande, che sono un indispensabile preludio per ogni tipo di partenza, in occasione dell’Aperiboutique organizzato lo scorso 26 aprile presso il Caffè Belmeloro nell’ambito del progetto Piazzadeicolori21, a cura dell’Associazione Angolo B.
Nel corso della presentazione della collana di libri Il Girovago, di questo blog e del progetto Diari da uno spettacolo 2014, le domande sono state girate a tutti i presenti. A ognuno dei partecipanti è stata consegnata un’etichetta da valigia sulla quale scrivere il nome, la città di provenienza e il tipo di bagaglio strettamente necessario per il viaggio. In seguito le etichette sono state incollate sul grande disegno che Vingenzo Beccia – co-autore, insieme alla drammaturga Viviana Salvati, dei “Diari da uno spettacolo 2014” – ha eseguito live durante la presentazione.
Nel disegno, la cui realizzazione si può vedere in questo breve e coinvolgente time lapse, campeggia la chiocciola del Girovago. Porta con sé un carico di valigie che sono unite tra loro da un rocchetto di filo che a sua volta è impugnato da un viaggiatore in erba, in calzoncini corti. La chiocciola trascina a sé il viaggiatore, nel paradosso di quel viaggio lento, senza frenesie turistiche, che affascina il Girovago e, un po’ a sorpresa, lo travolge.
Il disegno è rimasto in esposizione sulle pareti del Caffè Belmeloro per qualche giorno, ma il Girovago, stuzzicato dalle risposte ricevute, vuole riproporre anche qui le etichette compilate durante la serata. Si tratta, in fondo, di tante storie in miniatura, che raccontano dell’estrema diversità e imprevedibilità dei viaggiatori. Per fare qualche esempio, c’è chi non può rinunciare alla propria macchina fotografica, chi al materiale per scrivere o per disegnare, ma c’è anche chi ha pensato bene di non dimenticare il cuscino, le proprie scarpe, o le proprie pentole… Ripensandoci, forse è meglio prendere anche Ipod e gel per i capelli… Per i golosi non possono mancare caffè, tè, biscotti, pane, salsicce, o una buona dose di peperoncino, ma c’è chi si ricorda soltanto di portare con sé soltanto “molta fame”. Che è anche fame di scoperte, di conoscenza e di storia, senza dimenticare, come ricorre più volte, “il beneficio del dubbio”. C’è chi si porta entusiasmo e sorrisi e chi si ricorda di poterli regalare, con le palline da giocoleria e un naso rosso. C’è chi non dimentica le persone che gli stanno accanto, oppure il ricordo delle persone care: c’è chi si porta la djellaba della madre, ad esempio, anche perché molte etichette parlano di viaggi già fatti, e in altre si ipotizzano viaggi che ancora si devono fare. C’è chi sa di doversi portare anche il “mal di stomaco che non passa”, ma porta con sé anche “qualcosa di rosso” e “qualcosa di pizzo”, perché viaggiare è anche affrontare nuovi capodanni, nuovi inizi.
Ultimo non ultimo, ma ancora tante ed egualmente affascinanti sono le etichette da valigia si possono leggere nello slideshow che segue, c’è chi sa che si porterà “un sacco di cose inutili”. Aspettando che qualcosa di utile, magari, nasca dallo stesso viaggio.