Quando lo spettatore è un passante
L’unica possibilità affinché il teatro continui a esistere è incrementare queste due presenze. Creare le condizioni per intensificare la presenza, l’incandescenza dell’attore in scena, ma anche la presenza del ricettore, l’esistenza partecipativa dello spettatore in sala, durante questo fugace incontro che la rappresentazione instaura.
(José Sanchis Sinisterra, La scena senza limiti)
Cuoco alle polveri, spettacolo frutto del laboratorio teatrale di Cantieri Meticci al Centro Zonarelli avrà luogo il 15 giugno nel Parco XI settembre. Ormai ci siamo. Otto mesi di laboratorio sono quasi trascorsi e presto raccoglieremo i frutti di questo tempo passato insieme.
No, non è vero, questa metafora bucolica per i laboratori è giusta fino a un certo punto: uno spettacolo non contiene i germogli di TUTTI i semi gettati in un laboratorio teatrale, ne contiene solo in parte. In un laboratorio teatrale si mettono in atto processi di conoscenza ampi e lungimiranti che non si esauriscono in un fatto spettacolare di un’ora, un’ora e un quarto. Abbiamo sperimentato linguaggi, storie, ricette, alcune riuscite, altre meno, e negli ultimi mesi abbiamo cercato di mettere in piedi un evento che rappresentasse al meglio questo percorso di ricerca. Al meglio, non del tutto. Ci portiamo a casa ben più di un copione e (si spera) gli applausi degli spettatori. Personalmente trovo terribile la sensazione di svuotamento che sopraggiunge dopo aver realizzato lo spettacolo conclusivo di un lungo periodo di lavoro: dopo un cammino lungo e periglioso, bum! finisce tutto di colpo.
Dall’1 giugno al 28 luglio il Parco XI settembre sarà animato dalla rassegna di cinema indipendente Cineporto-Boff. La rassegna ospiterà anche una serie di eventi di altro genere: laboratori, mercatini, spettacoli teatrali, tra cui Cuoco alle polveri. Il parco ha un accesso in via Riva di Reno, dove c’è la Cineteca, e un altro in una traversa di via Azzogardino, dove c’è il Lumière. Mi dicono che fino agli anni ’40 lì c’era il macello, e che dove adesso c’è il Lumière c’era il mercato del bestiame. Adesso è un parco molto carino nel centro della città, con i giochi per i bambini e una giostra.
Il nostro pubblico sarà composto di spettatori convenuti apposta per noi e di persone che si troveranno lì per vivere le serate del parco. Non è la prima volta che cogliamo gli spettatori di sorpresa o, meglio, che cogliamo spettatori, per rimanere nelle metafore bucoliche, per strada, in un parco, in luoghi non teatrali dove non ci si aspetta di trovare teatro. Come nella conferenza stampa dell’Unhcr, nel novembre 2012, quando l’allora Compagnia dei Rifugiati fece irruzione tra i giornalisti con la performance Refugee Line. Prendendo alla lettera le linee guida della campagna Routine is fantastic, la performance faceva impattare gli spettatori, del tutto ignari di essere tali, con la realtà dei rifugiati. Più recentemente, Cantieri Meticci ha partecipato con una performance alla manifestazione del 18 maggio contro la riapertura del CIE di via Mattei. Una manifestazione in strada, come tutte le manifestazioni che si rispettino. C’è sempre un momento iniziale in cui il passante approccia l’attore con domande da passante, al quale l’attore risponde con sgarbata freddezza in quanto sta recitando, ma una volta superato il qui pro quo, senza l’aiuto di altre parole, nasce lo spazio teatrale. In una strada, in un parco, tra le poltrone di un auditorium: nello spazio teatrale fiorisce l’ascolto, il silenzio, l’attenzione.
Anche alcuni dei nostri attori sono attori-passanti. Molti migranti che partecipano al laboratorio non avevano mai fatto teatro prima d’ora. I residenti nei centri Santa Francesca Cabrini, casa Rivani e San Donato frequentano il laboratorio perché è messo loro a disposizione dal Consorzio L’Arcolaio – Cooperativa Arca di Noè. Alcuni sono richiedenti asilo politico, cosa che comporta una condizione di attesa e sospensione. Molti faranno teatro adesso e poi faranno altro, nella vita. E, si spera, da questa esperienza porteranno dei semi a fiorire da qualche altra parte.