Il Titanic in classe – La zattera (ultima puntata)

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Stamattina saliamo a bordo del Titanic! Con gli studenti analizziamo la terza storia disegnata a fumetti contenuta nel libro degli Expris ComicsCome il Titanic. Diario a fumetti di un affondamento. Il libro è nato dalla sinergia tra il gruppo di fumettisti e i Cantieri Meticci.

(primaseconda e terza puntata)

Tutto è pronto per l’ultimo viaggio! Scrivo alla lavagna il nome dell’autrice, Antonella Selva, e il titolo della storia, La zattera.
Mentre le tavole sono poste sui banchi allineati in fondo all’aula, altri studenti spostano i banchi per posizionare le sedie in circolo per il momento del confronto successivo alla lettura, il circle time.
Prima di far guardare le tavole leggo la dedica dell’autrice sottolineando che si tratta di un indizio che ci guiderà all’analisi della storia: Un grazie particolare a Giovanni Ciliberti e Amin Agha che mi hanno regalato le loro storie di Taranto e della zattera.

«Prof ma allora è una storia vera!» si illumina Alessia.
«Andiamo a verificare!» le rispondo, sicura che l’indizio ha acceso ancora di più la curiosità.

Ed eccoli partire con la lettura: due gruppi leggeranno dalle copie del testo, gli altri spostandosi lungo le tavole posizionate sui banchi.
Seguiranno la storia di un fuochista del Titanic, il suo sguardo sul mondo della prima classe, le storie di altri che come lui hanno dovuto lasciare la loro terra, le vicissitudini successive all’impatto con l’iceberg, la salvezza trovata grazie ad una zattera costruita a più mani.

L’atmosfera diventa come sempre molto intensa: leggono e iniziano subito a commentare a coppia o in gruppo. Federica resta ferma per un po’ sulla tavola del bambino bloccato nel letto di ospedale. Mi chiama poi per comunicarmi la sua emozione: «Prof è straziante questo disegno!»
Ilaria e Gennaro si sono sistemati con la sedia accanto alle tavole e Ilaria legge ad alta voce le battute. «Prof mi sembra che tutto prenda vita così se leggo per lui», mi dice indicando Gennaro.

Nel gruppo di Bernardo ci si confronta in modo deciso. «La prima tavola è magnifica, prof! Quel ballo mi ha riportato direttamente nel film!» sottolinea Veronica. «A me ha fatto pensare al film la corda della scialuppa che si spezza», mi dice Anna mentre cerca la vignetta.
Monica e Federica mi fanno cenno di avvicinarmi a loro: «Questi disegni ci fanno entrare nella storia. Ci sembra di essere lì con i personaggi!» mi dicono quasi all’unisono. Dopo vorremmo parlarne.

Luca che è il primo a finire di leggere… «È un racconto molto duro! Mi ha toccato nel profondo!» mi dice mentre si siede.
Partiamo con il confronto del circle time. Alla mia prima domanda a bruciapelo: «Chi è il protagonista?» Bernardo deciso: «Il protagonista è il fuochista! È presente in tutta la storia e di lui seguiamo il destino.» «Ma no, obietta Anna! Forse dimentichi il titolo… La zattera. Per me non si deve parlare di un protagonista, ma di tanti protagonisti. La vedo come una storia collettiva dove si segue sì il destino del fuochista, ma dove l’essenziale è la forza del gruppo, non del singolo.»

«Leggete un messaggio, dei messaggi nella storia?» incalzo io. Veronica risponde di getto: «Per me il messaggio è che non sempre partire migliora la condizione di partenza!» «Io ho letto la denuncia degli impianti come quello dell’Ilva che barattano la possibilità di lavorare con il sacrificio della vita propria e dei propri cari, anche bambini», dice Enrico con convinzione.

«Prof per me la chiave è in questi disegni. Sono disegni realistici, dettagliati che non lasciano nulla all’immaginazione… che ti catturano e ti immergono nella storia e mi hanno fatto avere paura quando sono salita sulla zattera… mi hanno fatto sperare quando la zattera ha iniziato a muoversi…»

Mentre Monica continua a dirci la sua emozione… io scrivo un mio appunto… questa volta però non mi limito ad annotarmi quanto da lei raccontato… scrivo Ettore Scola per ricordarmi di una sua citazione. Nella magia bisogna crederci. Nei miracoli bisogna crederci anche se poi non accadono; il miracolo deve animarci, tutti dobbiamo essere convinti di essere capaci di fare un miracolo.
Ecco, io ho sentito questo nel viaggio tra le pagine di Come il Titanic, scoperto con i miei studenti… La magia mi ha portata in quelle pagine e da quelle pagine nei pensieri di Federica, Emanuele, Bernardo, Veronica, Noemi, Irma, Martina, Antonella, Alessia, Bruna, Nicola, Bianca, Anna, Tatyana, Mariarca, Pina, Imma… solo per citarne alcuni e dai loro pensieri agli autori Francesco, Nicoletta, Federico, Antonella… e da loro a me!

Come il Titanic. Diari a fumetti di un affondamento un caleidoscopio di emozioni… una lente per leggere dentro sé.
Potrebbe essere una bella recensione questa, che ne dite?!

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3 pensieri riguardo “Il Titanic in classe – La zattera (ultima puntata)

  • 30 Aprile 2014 in 13:04
    Permalink

    Questa storia può avere varie interpretazioni ma qual è la vera chiave di lettura? Vorrei sapere dall’autrice cosa voleva trasmetterci…qual era il messaggio?

    • 30 Aprile 2014 in 16:02
      Permalink

      hai fatto centro Noemi: la vera chiave di lettura è… multipla! direi che le analisi condotte in classe erano tutte molto acute e pertinenti: sicuramente uno dei messaggi possibili è che non ci si salva mai da soli ma insieme, quindi nella relazione, ma un altro è che forse è proprio la scelta d’imbarcarsi sul Titanic (nel caso del fuochista, di emigrare in “occidente”) che è l’origine dei guai, perché la realtà di questo mitico “occidente” non corrisponde alle aspettative.
      Io questa cosa l’avevo pensata proprio in relazione alla scelta dell’emigrazione, ma come qualcuno degli studenti ha notato può essere un problema universale, cioè la condizione di partenza da cui si prova a sfuggire, qualsiasi essa sia, potrebbe a volte nascondere più possibilità di quel che si trova fuggendo…
      Ma un racconto, una volta che è scritto/disegnato, appartiene ai lettori tanto quanto all’autore, quindi se trovate altre chiavi di lettura saranno altrettanto “autentiche” delle mie!
      ciao, buon primo maggio!

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