Come un Capodanno
Avremmo dovuto essere preparati.
Per mesi abbiamo seguito le prove de “Il violino del Titanic”, da prima che lo spettacolo avesse questo nome. Ne abbiamo scritto e disegnato, lo abbiamo ripreso e fotografato, non poteva coglierci di sorpresa. Invece, per tutti quelli che hanno contribuito a questi diari, la fine di questo percorso culminato col debutto della compagnia risulta difficile da raccontare, talmente intensa è stata l’esperienza condivisa. Forse dovevamo aspettarcelo che saremmo stati troppo coinvolti: la piccola redazione del Girovago, composta da due persone, vedeva metà del suo organico (!) in scena a recitare. Gli Expris Comics, dal canto loro, si sono talmente fatti prendere dall’incontro con la Compagnia dei Rifugiati che stanno pensando di trasformare i loro racconti a fumetti sulle prove e sulle tematiche dello spettacolo in un progetto di graphic novel (ma questa è un’altra storia di cui vi parleremo a tempo debito).
A lasciarci senza parole, oltre alla forza visiva ed emozionale dello spettacolo, è stata la risposta positiva del pubblico, attento e partecipe. Per essere un primo studio teatrale su uno spettacolo molto complesso e ancora in lavorazione, “Il Violino del Titanic” ha ottenuto un grande successo, registrando per cinque sere il tutto esaurito. Ciliegina sulla torta, una lettera ufficiale dalla Presidentessa della Camera dei deputati, Laura Boldrini, inviata a sostegno del lavoro svolto.
Meglio di quanto possiamo fare noi, vogliamo citare le parole di Ramin, membro della Compagnia, per descrivere il valore artistico, sociale e politico del lavoro teatrale di Pietro Floridia e dei suoi attori migranti. Ramin è iraniano e ha ancora qualche difficoltà con la lingua, ma ha trovato nel teatro un modo per comunicare, partecipare e integrarsi. Dopo l’ultima replica dello spettacolo, Ramin ci ha detto con il suo italiano acerbo e proprio per questo ricco di espressività: “È come un Capodanno. Ho passato un periodo difficile: prima facevo fatica a sorridere, uscivo poco di casa e avevo poca voglia di vedere gente. Questo fare teatro insieme a tante persone è un nuovo inizio, mi dà tanta nuova energia per ricominciare a fare le cose. Ci vuole più di un Capodanno all’anno.” Impossibile dargli torto.
Vi lasciamo con alcuni souvenir provenienti dal Titanic.
Foto per gentile concessione di Alfonso Santolero (il suo sito ufficiale).
Backstage realizzato da Trecentoatesta, i documentaristi che hanno seguito il lavoro della compagnia